“(…) É una poetica della femminilità, del gioco pensoso, dell’infanzia e della maternità, dell’attesa e dell’abbraccio, tutti oggetti della meditazione e della creazione artistica che risultano di una limpidezza e di una semplicità commoventi (…)”

Alessandro Giovanardi

La critica - Antonio Paolucci

 

“Cara Angela Micheli, 

complimenti! ... Le sue opere sono molto belle, Lei è una scultrice vera. Sembrerà una banalità quello che dico ma la mia ormai lunga esperienza mi ha insegnato che gli scultori veri sono piuttosto pochi. Non è facile incontrarli. Lei appartiene a quella ristretta categoria. Ne sia consapevole e sappia amministrarsi bene (…)” Antonio Paolucci 

 

Verucchio 2007 "Le ore e i giorni delle donne" - Sculture della Micheli a Verucchio

Verucchio è come uno spartiacque, un'interfaccia fra due mondi. Davanti c'è il dorato tumulto della Riviera, dietro c'è il melodioso deserto della Val di Marecchia, ondulate colline, rocche puntute, colori di grigio e di argento scintillanti nel sole come nei paesi che fanno da sfondo al dittico dei Duchi di Piero della Francesca. In mezzo c'è la rocca di Verucchio; Verucchio, testimone silenzioso, specchio del tempo. Il tempo effimero dell'estate, il tempo lungo della storia, il Medioevo, i Malatesta, gli Etruschi.   In questo luogo entrano le donne di Angela Micheli e occupano il piccolo centro dislocandosi fra la Rocca, le antiche mura, il Museo Archeologico, il sagrato del Suffragio. È un’occupazione simbolica perché le donne "sono" la Storia. La Storia non ci sarebbe senza di loro. È un’occupazione gentile perché gentili sono le donne di Angela Micheli; miti, a volte malinconiche, riflessive e pensose ma gentili. La terracotta dipinta e il bronzo ci restituiscono le immagini di una femminilità paziente e laboriosa, antica tuttavia come è antico il mondo degli affetti di cui la donna è da sempre portatrice e custode. La scultrice è visitatrice delicata e sapiente della "città delle donne", in quella città sa entrare con affettuosa intelligenza, piegando l'arte a significare emozioni, malinconie, trasalimenti, segreti pensieri. Il suo linguaggio espressivo è allo stesso tempo naturalistico e arcaico. Le donne di Angela Micheli stanno dentro la vita di oggi eppure antica è la loro matrice perché antichi, addirittura ancestrali, sono i pensieri e i sentimenti che in ogni tempo hanno dato significato e immagine alla femminilità.

Firenze 17 Novembre 2003                                                                                        Antonio Paolucci 

 

Antonio Paolucci – Storico dell’arte, direttore dei Musei Vaticani già Ministro per i Beni Culturali e Soprintendente per il Polo Museale Fiorentino