“(…) É una poetica della femminilità, del gioco pensoso, dell’infanzia e della maternità, dell’attesa e dell’abbraccio, tutti oggetti della meditazione e della creazione artistica che risultano di una limpidezza e di una semplicità commoventi (…)”

Alessandro Giovanardi

Anna Graziosi Ripa

 

Chi sono queste bambine senza tempo e perché catturano la nostra commossa attenzione? Sono le nostre madri e le nostre figlie e le nipoti contemporaneamente. Una teoria di donne che attraversano l’arte, che ne tiene viva la memoria, collegano il passato al futuro (…) 

Anna Graziosi Ripa 

 

Angela Micheli, scultrice, nata a Verucchio e vissuta a lungo in Friuli dove la sua opera è molto apprezzata, e ora tornata in Romagna ed anche qui incomincia ad essere conosciuta per il suo suggestivo ed originale linguaggio espressivo - figurativo ma non tradizionale - con il quale l'artista rappresenta il tema prediletto: la donna, come soggetto d'amore e creatrice della vita.

L'artista, allieva di Elio Morri, ha iniziato la sua attività negli anni '80, in un periodo in cui il panorama artistico era complesso e disorientante - in particolare per la scultura - ma la Micheli ha trovato la sua strada, prediligendo, fin dall'inizio, il corpo femminile e la maternità senza preoccuparsi, in alcun modo, di collocarli in un tempo ed in un luogo definito ma, piuttosto, di dare loro una straordinaria forza espressiva.

Dai teneri abbracci delle prime maternità, in cui le madri si chiudono in un nodo d'amore con i loro nati, alle incantevoli bimbe senza tempo che giocano con le bambole - e il gioco è preparazione alla vita di madre - ai più recenti gruppi plastici "ed alla pietà" in cui, nel nodo d'amore, entra la morte, si percepisce un legame sempre più profondo fra l'amore ed il dolore.

Nel tempo è cresciuta l'intensità di questi sentimenti che animano, ora, intrecci inscindibili come se l'amore, a volte, presagisse la perdita del proprio oggetto e le membra, tese in uno sforzo estremo, tentassero di difenderlo e trattenerlo.

In questo senso "la pietà", dove il corpo del Cristo viene raccolto dalla madre in un abbraccio disperato, è emblematica di questa fase dell'opera della scultrice che raggiunge qui il punto massimo della tensione emotiva.

Le forme serrate, gli arti allungati e contorti come vegetali avviluppati fra di loro, attingono forza espressiva e vitale dalle  cromie originalissime che sottolineano le forme con toni a volte sontuosi e vellutati a volte cupi e cinerei, a volte, infine , chiari e luminosi.

Queste patine che rivestono bronzi e terrecotte non sono solo un involucro, una pelle sia pur di straordinaria valenza estetica,  ma quasi l'elemento rivelatore dell'anima, il modo in cui, l'intimo intreccio dei sentimenti si fa visibile.

… Il Cristo dolente, la croce dagli apici spezzati, esprimono con efficacia la drammaticità del momento. … Le intense rappresentazioni di Angela esprimono sentimenti e legami profondi, struggenti, talvolta disperati come nel Cristo in croce dell’altare della cripta di San Gerolamo o in quello esposto ed abbandonato senza vita tra le braccia della madre pietrificata dal dolore ...

 

Anna Graziosi Ripa – archeologa e storica dell’arte